Author Archives: Gerardo Tartaglia

Le vasche da bagno per disabili: come scegliere quella giusta

Le vasche da bagno con sportello sono progettate appositamente per facilitare l’accesso in vasca a persone con mobilità ridotta o disabili.

Queste vasche sono dotate di uno sportello che si apre verso l’esterno per permettere all’utente di entrare e uscire dalla vasca in modo sicuro.

Come funzionano le vasche da bagno con sportello per disabili

Le vasche per disabili sono dunque dotate di uno sportello che si apre e si chiude facilmente, permettendo all’utente di entrare e uscire dalla vasca senza doversi chinare o sforzare, nonché sollevare le gambe come avviene per le vasche tradizionali.

Una volta che la persona è entrata nella vasca ed ha preso posto sull’apposita seduta, lo sportello a tenuta stagna può essere chiuso per impedire all’acqua di fuoriuscire.

I vantaggi delle vasche da bagno con sportello per disabili

Le vasche da bagno con sportello offrono parecchi vantaggi per le persone con mobilità ridotta o disabili. Ecco alcuni dei più importanti:

  • Facilità d’uso: le vasche da bagno con sportello per disabili sono facili da usare, poiché lo sportello può essere aperto e chiuso facilmente verso l’esterno. Ciò significa che l’utente può entrare e uscire dalla vasca in modo sicuro e senza sforzo.
  • Sicurezza: le vasche da bagno con sportello per disabili sono progettate per offrire una maggiore sicurezza rispetto alle vasche da bagno tradizionali. Lo sportello impedisce all’acqua di fuoriuscire dalla vasca, prevenendo così eventuali incidenti, e la seduta inclinata evita lo scivolamento in avanti quando la vasca è piena.
  • Comfort: le vasche da bagno con sportello per disabili sono progettate per offrire maggiore comfort durante il bagno. Ad esempio, è possibile avere sedili regolabili e schienali inclinabili per un maggiore comfort durante il bagno, nonché idromassaggio e tutti i benefici della cromoterapia.

Come scegliere la vasca da bagno con sportello per disabili più adatta alle proprie esigenze

Quando si sceglie una vasca da bagno per disabili, è importante considerare alcuni fattori per assicurarsi di trovare la vasca più adatta alle proprie esigenze.

Ecco alcuni consigli per la scelta della vasca giusta:

  • Misure: assicurati che la vasca sia abbastanza grande in relazione all’altezza della persona e che sia sufficientemente agevole entrare ed uscire.
  • Tipo di vasca: esistono diverse tipologie di vasca con sportello sul mercato, sia per quel che riguarda le caratteristiche che la forma. Scegliere quella più adatta alle proprie esigenze è fondamentale.
  • Funzionalità extra: alcune vasche da bagno con sportello per disabili sono dotate di funzionalità extra come sedili regolabili, schienali inclinabili e sistemi di idromassaggio. Valuta se queste funzionalità extra possano essere o meno utili per la persona che utilizzerà la vasca.
  • Prezzo: il prezzo di queste vasche può variare notevolmente. Valuta il budget a disposizione per cercare la vasca più adatta alle tue esigenze. Considera eventualmente che per far diminuire il prezzo, potresti rinunciare a qualche optional che prevedi di utilizzare poco.

Manutenzione e pulizia delle vasche da bagno con sportello per disabili

Per mantenere la vasca da bagno in buone condizioni, è importante seguire alcune pratiche di manutenzione e pulizia regolari.

Ecco alcuni consigli per la manutenzione che ti saranno certamente utili:

  • Pulisci regolarmente lo sportello con un detergente delicato e un panno morbido, per rimuovere eventuali macchie o depositi di calcare.
  • Verifica regolarmente che lo sportello sia in buone condizioni e che si apra e si chiuda correttamente. Se ci sono problemi, contatta un tecnico specializzato per far effettuare una riparazione o sostituzione.
  • Utilizza un detergente per vasche da bagno specifico per rimuovere eventuali macchie o depositi di calcare.
  • Asciuga accuratamente la vasca dopo ogni utilizzo per prevenire la formazione di macchie o depositi di calcare.

Conclusione

Le vasche da bagno con sportello offrono maggiore sicurezza e comfort durante il bagno. Ne esistono diverse tipologie, ciascuna adatta a risolvere differenti esigenze e necessità.

Per individuare la vasca più adatta alle proprie esigenze, è importante considerare le misure, il tipo di sportello, le funzionalità extra ed il prezzo.

Ricorda poi di eseguire periodicamente le pratiche di manutenzione e pulizia, come quella dello sportello con un detergente delicato, per mantenere la vasca sempre in perfetta efficienza.

Sicurezza, smartphone e pc: come utilizzare al meglio il roaming

Il 1º luglio è entrato in vigore il nuovo regolamento sul roaming all’interno dell’Unione europea, che estende il principio del Roam-like-at-home per altri 10 anni e migliora alcune condizioni per i consumatori, soprattutto in termini di trasparenza e protezione. Cosa significa? Praticamente si potrà continuare a chiamare, inviare sms e navigare alle stesse tariffe che ognuno paga nel proprio abbonamento come fatto finora, grazie appunto al principio coniato nel 2017 del Roam-like-at-home.
Ma prima di partire per una vacanza in un Paese dell’Unione è bene fare alcune verifiche sul proprio piano dati.

Controllare le condizioni e le tariffe del proprio operatore

In caso di viaggi in nave, è consigliabile disattivare i dati mobili e il roaming oppure attivare la modalità aereo fino all’arrivo. Se necessario, usare la connessione satellitare, e informarsi bene su costi e limiti.
In casi di viaggi extra UE, è preferibile attivare un pacchetto speciale del proprio operatore invece di connettersi a reti aperte o pubbliche. Queste reti possono essere pericolose e i propri dati potrebbero non essere al sicuro. L’UE continua a proteggere gli interessi dei cittadini nel mondo della telefonia mobile, sperando che questi attuino comportamenti responsabili, non solo controllando bene le condizioni dei servizi in uso, ma anche le impostazioni di sicurezza informatica.

Il modo migliore per difendersi è prevedere e pianificare

È bene sempre ricordare che gli hacker non vanno in vacanza ed è necessario mantenere sempre alta la guardia. Se quando si è connessi da casa o al lavoro si ha più o meno la situazione sotto controllo, lo stesso non si può dire quando, ad esempio, si accede al proprio home banking dalla rete Wi-Fi pubblica dell’aeroporto o dell’hotel. Il modo migliore per difendersi da cyberattacchi e malware è prevedere e pianificare: prevedere dove e quando si avrà bisogno della connessione a Internet, e pianificare quali dispositivi portare e come meglio utilizzarli.

Evitare le reti Wi-Fi pubbliche

Spesso però, soprattutto in vacanza, non è possibile rispettare questa programmazione. Panda Security ha elaborato alcuni consigli per mettere in sicurezza i dati quando ci si connette da altre reti: evitare le reti Wi-Fi pubbliche, e quando necessario, utilizzare una rete privata virtuale (VPN), acquistare una Sim prepagata e utilizzarla per connettersi, e se si usa un laptop, connettersi tramite il telefono come hotspot. Ovviamente nessuna connessione è davvero sicura se viene utilizzata in modo rischioso. Per questo motivo, quando si è in vacanza è bene seguire norme di comportamento digitale più severe. Quindi, evitare di scaricare file, soprattutto da reti P2P, limitare la condivisione di file, non inviare dati personali, specialmente se connessi a una rete pubblica, e cercare di connettersi solo a siti che utilizzano il protocollo HTTPS.

Comunicazione e media in Italia nel 2022

Da quanto emerge dal capitolo Comunicazione e media del 56° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2022, l’andamento della spesa delle famiglie per i consumi mediatici tra il 2007-2021 subisce una drastica flessione (-8,0%), mentre la spesa per l’acquisto di telefoni/equipaggiamento telefonico segna un boom: +572,0%, quasi 7,9 miliardi di euro nel 2021.
La spesa per computer, audiovisivi, accessori cresce del +138,9%, servizi di telefonia/traffico dati si assestano a -20,7% (14,7 miliardi di euro nell’ultimo anno), e libri e giornali subiscono un collo (-37,7%). L’80,2% degli italiani ha superato il digital divide, ma solo il 35,4% ha una dieta mediatica completa. Al 44,8% mancano completamente i mezzi a stampa. A loro si deve l’incremento nell’ultimo biennio degli utenti internet: nel 2019 erano il 37,3%, -7,5% rispetto al 2021.

Il press divide

Nel 2021 il numero degli italiani estranei ai mezzi a stampa raggiunge il 57,0%, frutto di una diminuzione dell’incidenza delle diete solo audiovisive accompagnata a un notevole incremento dell’uso abituale di internet. Il dato relativo ai giovani scende dal 65,4% del 2019 al 62,9% del 2021, rimanendo pur sempre altissimo.
Sono le classi d’età intermedie ad aver abbandonato di più la lettura dei testi a stampa, mentre tra i più anziani c’è stato un leggero miglioramento (dal 53,7% al 52,9%).

Il bello di internet

In pratica sono le fasce d’età più produttive ad allontanarsi maggiormente dall’abitudine alla lettura. Una tendenza registrata tra chi è meno istruito (dal 60,2% al 65,6%), mentre tra i più istruiti la percentuale scende dal 49,6% al 48,4%.
Più della metà degli italiani ha apprezzato gli aspetti positivi offerti dalle tecnologie digitali durante la pandemia. Per il 58,6% i dispositivi digitali hanno permesso di provvedere alle proprie necessità, per il 55,3% hanno aiutato a mantenere le relazioni sociali, per il 55,2% hanno permesso di continuare a lavorare/studiare, e il 52,9% ha potuto scoprire cose nuove e inaspettate. 

Nuove tecnologie e prospettive del lavoro

Il 52,8%, però, si sente stanco dell’uso continuo dei dispositivi digitali e vorrebbe ‘staccare la spina’. Per il 32,2% fanno perdere troppo tempo, il 31,5% avverte il bisogno di connettersi continuamente, e il 22,8% dichiara di non riuscire a disconnettersi mai.
Se nel 2016 il 21,6% degli italiani riteneva che le nuove tecnologie potessero creare nuova occupazione, nel 2021 la percentuale arriva al 30,7%, superando il 30,5% di quanti le ritengono invece in grado di distruggere occupazione. Diminuisce anche la quota di chi le ritiene indifferenti (dal 46,0% al 38,8%), inducendo a pensare che sia stata la maggiore confidenza con questi strumenti a determinare un aumento dell’ottimismo nei loro confronti.

Elettronica di consumo e It, il Black Friday fa bene alle vendite

Il 2022 sarà ricordato come un anno fra luci e ombre per il settore dell’Elettronica di consumo e It. Vuoi per l’effetto saturazione dovuto all’exploit di acquisti effettuati durante la pandemia, vuoi per i timori da parte dei consumatori di spendere troppo, negli ultimi mesi il mercato ha visto un appiattimento se non un calo in alcuni comparti. A dirlo è una recente analisi di GfK, che però mette in luce anche le ottime opportunità offerte dal Black Friday. Gli sconti, specialmente per i prodotti di fascia entry level, sono infatti golosi per gli acquirenti e aiuteranno a far crescere le vendite globali.

Si prevede una decrescita della domanda

GfK prevede per l’intero anno 2022 una decrescita del mercato Tech globale pari al 6-7% rispetto allo scorso anno. Nonostante il calo complessivo della domanda, il mercato è stato in parte  stabilizzato dai consumatori con budget più elevati, che nel corso del 2022 hanno continuato ad acquistare nonostante l’aumento dei prezzi. Ne hanno beneficiato soprattutto prodotti di fascia alta: ad esempio, i robot aspirapolvere con docking station hanno registrato una crescita di oltre il +100% da gennaio a settembre, mentre gli aspirapolvere portatili ricaricabili sono diminuiti del -4% a causa della debolezza della domanda. “Durante il Black Friday e le altre promozioni di fine anno è molto probabile che i prodotti che hanno visto una domanda particolarmente debole negli ultimi mesi vengano scontati più pesantemente” commenta Norbert Herzog, esperto GfK per il mercato della Tecnologia di consumo. “Invece, probabilmente ci saranno sconti più contenuti nei segmenti di prodotto premium, che hanno visto una domanda piuttosto stabile nel corso dell’anno, nonostante l’inflazione. Tra le categorie di prodotto più importanti, ci aspettiamo che TV e Notebook siano quelle che registreranno l’incremento di vendite più significativo nella settimana del Black Friday, rispetto alla settimana media”.

L’appiattimento dei prezzi

Dopo l’incremento del prezzo medio registrato negli ultimi anni nel settore Tech&Durables, quest’anno il trend si è appiattito. Sebbene il Fondo Monetario Internazionale preveda una crescita dell’inflazione del +8,8% a livello globale per il 2022, i prezzi sono stabili o in alcuni casi addirittura in calo rispetto allo stesso periodo del 2021. Ciò è dovuto principalmente al calo della domanda nei primi tre trimestri del 2022. Questo trend è particolarmente visibile per i Televisori, che sono storicamente tra i prodotti di Elettronica di consumo più popolari durante il Black Frimai. Con un calo delle vendite a unità del -5% nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2022, i televisori stanno perdendo importanza dopo la pandemia e i retailer hanno bisogno di smaltire il magazzino. Per questo motivo, e considerando anche l’inizio dei Mondiali di calcio, si prevedono forti promozioni in occasione del Black Friday 2022 su questi prodotti. Per l’intero anno 2022, GfK prevede che il mercato globale dell’Elettronica di consumo subirà una contrazione del -7% a valore rispetto all’anno precedente. Un discorso simile si può fare anche per i prodotti IT, che hanno registrato una crescita record durante la pandemia. Rispetto ai livelli altissimi del 2021 – e anche a causa dell’effetto saturazione – nei primi nove mesi di quest’anno la domanda è calata significativamente, con una diminuzione delle unità vendute del -5% a livello globale. Questo ha già portato a un raddoppio delle promozioni sui prodotti IT da gennaio a settembre 2022, limitate quasi esclusivamente alla fascia entry-level. La domanda di prodotti premium invece è rimasta stabile, quindi questa fascia è stata solitamente esclusa dalle campagne promozionali.

Da Meta nuovi strumenti per i creator su Facebook e Instagram

Meta annuncia agli sviluppatori di tutto il mondo nuovi strumenti per monetizzare su Facebook e Instagram. Tra i nuovi strumenti dedicati ai creator arriva anche in Italia la possibilità di mostrare o condividere su Instagram gli NFT. Creator e collezionisti avranno quindi la possibilità di connettere il loro portafoglio digitale e postare i collezionabili digitali che avranno creato o comprato. Inoltre, sono più ampie le tipologie di NFT che sarà possibile mostrare su Instagram, come video o NFT animati. E sono già disponibili informazioni sulle raccolte i cui metadati sono stati implementati da OpenSea, come nome e descrizioni. Riguardo a Instagram, Meta inizierà a testare gli abbonamenti con i creator nel Regno Unito, Australia e Canada.

Guadagnare in modo più semplice attraverso le Stelle

Verrà poi semplificato l’uso della funzione Facebook Stars, abilitandola anche su contenuti pubblici dei creator, come i Reels. Le persone potranno così scoprire e utilizzare le Stelle in più contesti su Facebook. Per i creator che stanno già utilizzando le Stelle, verranno lanciate nuove funzionalità, che permettano loro di guadagnare in modo più semplice attraverso le Stelle e di interagire con chi le invia. Verranno anche introdotti nuovi set di regali virtuali con contenuti su misura. Ad esempio, se si guarda un Reel che mostra il cucciolo del pet creator preferito, si potrà inviare a quel creator un regalo a tema canino.

Un sistema di condivisione dei ricavi per la musica

Ai creator verranno messi a disposizione più strumenti per interagire con chi invia Stelle. Come, ad esempio, aggiungere un filtro nella sezione Gestisci Commenti, che mostra tutte le Stelle ricevute da un creator in un unico posto. In questo modo i creator potranno rispondere a più commenti in una volta sola. Recentemente è stato lanciato su Facebook un sistema di condivisione dei ricavi per la musica, che offre ai creator e ai proprietari dei diritti musicali una nuova modalità per monetizzare dai video condivisi sulla piattaforma. Ogni volta che un creator utilizza una musica concessa in licenza nei propri video su Facebook per 60 secondi o più può monetizzare tramite annunci in-stream. E una quota delle entrate è destinata al titolare dei diritti musicali.

Arriva la Modalità Professionale

Un’altra novità riguarda la modalità Professionale per Profili Facebook, riporta Italpress, che offre ai creator e a tutte le persone maggiori di 18 anni una serie di strumenti e opportunità per iniziare a monetizzare attraverso Facebook Stars, inserzioni su Facebook Reels, inserzioni in-stream, o con il programma bonus Reels Play. Si tratta di una nuova impostazione del profilo che permette ai creator di tutto il mondo di costruire una presenza pubblica sulla piattaforma, senza rinunciare alla propria esperienza personale. E che permetterà di avere accesso a sistemi di analisi dei contenuti e dell’audience, oltre che a nuovi strumenti di formazione.

Come affrontare i prossimi mesi con il caro energia?

I prezzi unitari del gas rimangono alle stelle, e per contenere le bollette dei prossimi mesi il risparmio energetico e l’efficienza rimangono atteggiamenti decisivi. Considerando i consumi di una famiglia di 3 o 4 persone (2.700 kWh per energia elettrica e 1.400 mc per gas, con riscaldamento autonomo) Altroconsumo ha notato che per i prossimi 12 mesi la stima di spesa annua per energia elettrica è pari a 1.726 euro, mentre la stima della spesa per il gas è pari a 2.794 euro, per una somma di circa 3.766 euro. Al fine di rilevare come i cittadini abbiano tentato di arginare i costi nelle proprie abitazioni, Altroconsumo ha condotto un’indagine che ha coinvolto 918 intervistati. E solo metà considera la propria casa attrezzata ad affrontare il caro energia.

Gli interventi più diffusi

Negli ultimi due anni, quasi il 50% degli intervistati ha condotto interventi nelle proprie abitazioni per migliorarne l’efficienza energetica. Tra i sistemi per il risparmio più diffusi nelle case degli italiani, al primo posto rientrano le lampadine a basso consumo (73%), seguite da finestre ad alto isolamento (67%), elettrodomestici ad alta efficienza energetica (66%), e prese multiple con interruttore (61%). Circa la metà ha una caldaia a gas a condensazione o pompa di calore. E solo un quarto afferma di avere isolato il tetto termicamente, o ha fatto isolare le pareti con il cappotto termico.  Le soluzioni meno diffuse sono l’isolamento termico del pavimento, piano cottura a induzione, pannelli solari, caldaie o stufe a biomassa

Investire per migliorare l’efficienza conviene?

Gli interventi strutturali vengono realizzati più frequentemente nelle case indipendenti rispetto agli appartamenti in condominio, inoltre, le case del Nord Italia hanno maggiori dotazioni per il risparmio energetico rispetto a quelle delle regioni centrali, e soprattutto, a quelle del meridione e delle isole. Dai risultati emerge poi che solo il 53% del campione ritiene di avere una casa con caratteristiche che possano fare la differenza sul risparmio energetico. Viceversa, circa la metà non è soddisfatto, e il 18% dà una valutazione negativa. Ipotizzando un potenziale risparmio in bolletta il 61% degli intervistati ritiene molto conveniente investire per migliorare almeno un aspetto legato al risparmio energetico. Solo il 6% pensa che non valga la pena intervenire, e il 31% si dichiara poco o per nulla informato sulle attrezzature disponibili per risparmiare sul caro bollette.

Abbassare il riscaldamento e ridurre l’uso degli elettrodomestici

Chi non ha la possibilità economica per attuare interventi, riporta Adnkronos, può comunque adottare accorgimenti significativi a livello domestico. Ad esempio, durante l’inverno, la strategia più efficace è intervenire sul riscaldamento: abbassarlo anche solo di un grado riduce la spesa di circa l’8%. L’utilizzo poco efficiente degli elettrodomestici, poi, considerando il prezzo medio attuale dell’energia (0,64 euro a kWh), ha un impatto non indifferente sui costi della bolletta. Per questo motivo bisognerebbe utilizzare solo gli elettrodomestici indispensabili e per il tempo strettamente necessario, prediligendo la scelta dei modelli meno energivori.

Quiet Quitting, cosa sono le dimissioni “lente” che mettono le aziende in difficoltà?

Rispetto al primo semestre 2021 le dimissioni sono cresciute del 31,73%, in parallelo a un incremento del 26% di assunzioni. Gli ultimi dati pubblicati dall’Osservatorio sul Precariato dell’Inps mostrano che in Italia nel primo semestre 2022 oltre 1 milione di persone ha deciso di rassegnare le dimissioni dal posto di lavoro. Il fenomeno delle Grandi dimissioni continua quindi a essere centrale a livello nazionale, ma a livello internazionale sembra che stia lasciando spazio a un nuovo trend, il Quiet Quitting. Quiet Quitting significa “lasciare lentamente”. Ovvero, mollare la presa sul lavoro, limitandosi a fare lo stretto necessario.

La carriera lavorativa non è più una priorità?

Trascorsa l’onda più drastica della consegna delle dimissioni, ora molti lavoratori scelgono una via più lenta, senza tagli netti. 
“Il fenomeno del Quiet Quitting, seppur possa sembrare meno impattante rispetto a quello delle dimissioni di massa, non deve e non può essere trascurato dalle aziende – spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati -. Le persone che scelgono in modo razionale e sì, strategico, di mettere paletti chiari alla propria vita lavorativa iniziano con evitare il lavoro extra, gli straordinari, la reperibilità, smettendo del tutto di considerare la propria carriera lavorativa come una priorità. E questo, in uno scenario in cui fin troppo spesso le aziende contano proprio sugli extra, e sullo sforzo in più da parte dei dipendenti per raggiungere gli obiettivi prefissati, può ovviamente diventare un problema considerevole”.

L’engagement dei dipendenti è stagnante o in flessione

Al di là dei social network, dove l’hashtag #quietquitting continua a guadagnare popolarità, la concretezza del fenomeno è testimoniata dal report State of the global workplace 2022 di Gallup.
Lo studio dice che se prima della pandemia l’engagement dei dipendenti nei confronti delle aziende fosse in continuo aumento a livello globale, oggi è invece stagnante o in flessione. Guardando ai numeri attuali, solamente il 21% dei dipendenti afferma di essere coinvolto dal proprio lavoro, un dato che in Europa scende al 14%.

Puntare su dialogo e rapporto empatico con i dipendenti

“I numeri mostrano che il fenomeno del Quiet Quitting riguarda soprattutto i lavoratori delle generazioni Millennial e Z, ovvero la forza lavoro nata a partire dagli anni Ottanta, che rappresenta la parte più produttiva e più importante per lo sviluppo delle aziende – spiega l’esperta -. Se per evitare le dimissioni dei dipendenti le aziende sono chiamate a investire nella formazione degli assunti, a introdurre benefit e ad ascoltare le esigenze dei dipendenti, nel caso del Quiet Quitting l’attenzione va posta soprattutto sul dialogo, e sulla costruzione di un rapporto autentico ed empatico tra manager e membri del proprio team. Questo, perché un ambiente di lavoro sano e trasparente permette di ridurre il turnover e aumentare la propensione alla produttività”.

Fiducia dei consumatori e delle imprese, giù tutti gli indicatori

La fine delle vacanze, e il mese di settembre in particolare, coincidono con un drastico calo del clima di fiducia da parte sia dei consumatori sia delle imprese. A decretarlo è l’ultima rilevazione dell’Istat, che segnala come nel nono mese dell’anno il sentiment di fiducia dei consumatori sia passato da 98,3 a 94,8 mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese da 109,2 a 105,2.

Per i consumatori peggioramento per quasi tutte le variabili 

In riferimento alle singole serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori, si stima un peggioramento di tutte le variabili ad eccezione dei giudizi sulla situazione economica familiare e delle opinioni relative al risparmio. Coerentemente, anche i quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti presentano un’evoluzione negativa: il clima economico e futuro registrano i cali più accentuati passando, rispettivamente, da 92,9 a 81,3 e da 96,4 a 91,8; il clima personale e quello corrente si riducono moderatamente (rispettivamente da 100,2 a 99,3 e da 99,7 a 96,9).
“L’indice di fiducia dei consumatori, dopo il rimbalzo di agosto, diminuisce nuovamente posizionandosi sullo stesso livello dello scorso luglio. Si rileva un deciso peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e delle aspettative sulla disoccupazione” è il commento dell’Istituto di Statistica.

Per le imprese, pessimismo nella maggior parte dei comparti

Con riferimento alle imprese, la fiducia è in peggioramento in tutti i comparti indagati ad eccezione delle costruzioni dove l’indice sale da 155,8 a 159,5. Più in dettaglio, nel settore manifatturiero e nel commercio al dettaglio l’indice cala, rispettivamente, da 104,0 a 101,3 e da 113,4 a 110,6; nei servizi di mercato la diminuzione è più spiccata con l’indice che si riduce da 103,0 a 95,9. Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nelle costruzioni tutte le variabili sono in miglioramento. Invece, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative sul livello della produzione; le scorte sono giudicate in lieve decumulo. In relazione ai servizi di mercato, tutte le componenti registrano una dinamica negativa mentre nel commercio al dettaglio peggiorano i giudizi e le attese sulle vendite e le scorte sono giudicate in diminuzione.

Il valore più basso da aprile 2021

A sottolineare questo sentiment negativo è anche il commento dell’Istat. “A settembre l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso da aprile 2021. L’andamento dell’indice complessivo è determinato dall’evoluzione negativa della fiducia nella manifattura, nei servizi (in entrambi i comparti l’indice è in calo per il terzo mese consecutivo e raggiunge un minimo, rispettivamente, da febbraio 2021 e da gennaio 2022) e nel commercio al dettaglio”.

Moda etica e aziende: una percezione sbagliata dell’impegno green

Fare la raccolta differenziata e cambiare packaging non è più sufficiente: sono misure, che se non associate ad altri cambiamenti, hanno poco peso sull’impatto ambientale e sociale complessivo. Anche nel settore della moda. Se infatti da un lato aumentano le aziende che investono in scelte green, dall’altro nel 2022 diminuiscono del -15,2% quelle che si trovano a un livello avanzato di sostenibilità. Ma quali sono le pratiche rilevanti in ambito sostenibilità per un brand di moda? Lo spiega Cikis nel suo Report Moda e Sostenibilità 2022, che raccoglie insight qualitativi e dati strutturati di 48 brand e 47 aziende della filiera italiana con fatturato superiore a 1 milione di euro.

Le pratiche rilevanti

Inizia a emergere una parziale consapevolezza sull’importanza della scelta dei materiali: il 48% delle aziende dichiara di aver introdotto o incrementato l’utilizzo di materiali a ridotto impatto ambientale o che tutelano i diritti sociali, ma solo il 16,8% li ha integrati per più del 75% sulla collezione totale, e il 47,4% li ha introdotti per meno del 25%.
Ancora poco sentita poi è l’importanza dell’economia circolare, citata come priorità solo dal 7,4% delle aziende, e pochissime (2%) investono in compensazione delle emissioni. Se però si parla di tutela dei lavoratori e welfare aziendale la sensibilità è in aumento. Gli investimenti in ambito sociale salgono al 40% (+66,7% rispetto al 2021).

Rischio greenwashing in aumento

Il 60% delle aziende però ha una percezione sbagliata del proprio livello di sostenibilità, e il 22,1% si sopravvaluta. Se l’autovalutazione media delle aziende di livello base sul proprio operato green nel 2021 si attestava a 4,5 punti su 10, quest’anno è salita a 6 su 10. Per queste aziende c’è un alto rischio greenwashing, dovuto appunto alla sopravvalutazione della rilevanza delle pratiche implementate. Un esempio virtuoso è invece rappresentato dalle grandi aziende, che registrano una maggiore percentuale di pratiche rilevanti per via di maggiori disponibilità finanziarie e filiere molto più complesse. In queste aziende infatti è presente un team dedicato alla transizione sostenibile, in grado di gestire un numero maggiore di pratiche sostenibili e con maggiore efficacia.

Investire in sostenibilità conviene

Il 63% delle aziende dichiara che le scelte green sono state un investimento che ha generato un ritorno positivo. Di queste, il 59% ha ottenuto il ritorno economico entro tre anni dall’implementazione delle nuove norme. La percentuale di aziende che dichiara un ritorno positivo aumenta drasticamente fra quelle che hanno scelto di rivolgersi a esperti e consulenti di sostenibilità: avere accesso a competenze esterne permette di ottenere con maggiore probabilità benefici economici, o di immagine, che superano l’investimento effettuato. L’81% delle aziende che si sono affidate a consulenti esterni ha infatti ottenuto un ritorno positivo dell’investimento, riuscendo anche a raggiungere alti livelli di sostenibilità con maggiore facilità. Ma solo il 16,3% delle aziende che si affida a consulenti specializzati si trova a un livello base.

Prezzi alle stelle, e gli italiani “tagliano” la spesa

Il 51% degli italiani, poco più di uno su due, oggi è costretto a tagliare la spesa nel carrello, mentre un altro 18% sai orienta verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, riducendo la qualità degli acquisti. L’aumento record dei prezzi a causa dei rincari energetici e gli effetti della guerra in Ucraina stanno riducendo il potere d’acquisto dei cittadini, anche se c’è un 31% che per ora non ha modificato le abitudini di spesa. È quanto emerge dai risultati dell’indagine condotta sul sito coldiretti.it.

Nel 2022 acquisti di frutta e verdura crollati dell’11%
La situazione varia da prodotto a prodotto. Ad esempio, gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, crollati nel 2022 dell’11%, scendendo a 2,6 milioni di tonnellate (dati Cso Italy/Gfk Italia I semestre). Un taglio destinato nel tempo ad avere un impatto anche sulla salute, se si considera che la soglia minima di frutta e verdure fresche da mangiare al giorno, raccomandata dall’Oms per una dieta sana è di 400 grammi. Dall’analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo semestre 2022, risulta però che gli italiani hanno speso per i prodotti alimentari il 3,1% in più, per acquistare una quantità ridotta del 3%. Ulteriore evidenza è un vero boom dei discount alimentari, che mettono a segno un aumento delle vendite del +9%.

Un impatto devastante dal campo alla tavola
Ma a rischio alimentare ci sono soprattutto gli oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare con i pacchi dono o nelle mense di carità. È la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero sempre più crescente di famiglie. L’esplosione di costi ha poi un impatto devastante dal campo alla tavola, in un momento in cui prima la siccità e poi il maltempo ha devastato i raccolti, con perdite stimate a 6 miliardi di euro (il 10% della produzione nelle campagne), dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, e secondo il Crea oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari.

Aumenti dei costi per tutta la filiera agroalimentare
In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. Ma gli aumenti riguardano l’intera filiera alimentare: il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, il tetrapack +15%, le etichette +35% eccetera. Una situazione, quindi, destinata a esplodere in autunno, colpendo una filiera agroalimentare da 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che vede impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.