Brexit, per quattro imprese italiane su dieci “non avrà conseguenze negative”

La famigerata Brexit, cioè l’uscita del Regno Unito dall’orbita Ue, è ormai sempre più vicina. Però gli imprenditori italiani non sembrano eccessivamente preoccupati: per quattro imprese che operano con l’estero su dieci questo passaggio non avrà conseguenze. In particolare il 21% delle imprese che ha rapporti internazionali non crede che avrà alcuna conseguenza sul business e il 17% ritiene che saranno pochissime. Si aspetta qualche conseguenza negativa il 24%, conseguenze abbastanza negative per l’8%. Lo 0,9% si aspetta invece molte conseguenze negative con un peso importante sul business dell’azienda. I dati sono il frutto di un’indagine di Promos Italia, l’agenzia nazionale del Sistema camerale per l’internazionalizzazione, insieme alla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su oltre duecento imprese già attive o interessate a espandersi sui mercati esteri realizzata a dicembre 2019.

I rapporti con il Regno Unito sono importanti

Per le imprese sono importanti i rapporti con il Regno Unito e vorrebbero ulteriormente espandere il proprio business in Europa, con il Regno Unito che attrae l’interesse del 15%. Già in rapporti commerciali con il Regno Unito è il 21% degli intervistati. “Secondo le aziende che hanno risposto al nostro questionario, gli ultimi sviluppi sulla Brexit non hanno impattato significativamente sul loro business in UK, anche se qualche conseguenza è attesa – commenta Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia -. Le reali ripercussioni di quanto sta avvenendo nel Regno Unito e in Europa saranno comunque più chiare tra qualche mese, solo a quel punto sapremo quali saranno le effettive ricadute in termini economici e commerciali per le aziende italiane”.

Un interscambio che vale 6 miliardi di euro

È di oltre 6 miliardi in nove mesi l’interscambio lombardo con il Regno Unito. In crescita l’export, +1,8%, in flessione l’import, -11,6%. La Lombardia è la prima regione italiana nei rapporti commerciali con un quarto del totale nazionale (24,3%), su un interscambio italiano di 26,5 miliardi, in aumento del 3,6% grazie soprattutto all’export (+6,3%). Dopo la Lombardia vengono Emilia Romagna con 4,4 miliardi, Veneto e Toscana con oltre 3 miliardi, Piemonte con 2,5 miliardi. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione su dati Istat a settembre 2019 e 2018.

Milano al primo posto per scambi Milano è al primo posto per scambi, con 2,5 miliardi circa e un export in crescita del 13,7%. Seguono a livello nazionale Roma e Torino che superano il miliardo, Bologna con 927 milioni, Modena, Vicenza e Livorno con oltre 800 milioni. Tra le prime lombarde dopo Milano ci sono Bergamo con 747 milioni, Brescia con 693 e Varese con 645 milioni. La Lombardia esporta nel Regno Unito soprattutto macchinari (15,9% del totale) e moda (12,1%) e importa prodotti chimici (14,9%). A livello nazionale sono invece i mezzi di trasporto i prodotti più importati (21%) ed esportati (15,9%), seguiti dai macchinari nell’import (10,4%) e dai prodotti tessili e di abbigliamento nell’export (13,8%)