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Nuova etica del design, i valori umani al centro dell’innovazione

C’è una nuova etica del design che colloca i valori umani nuovamente al centro dell’innovazione. Tra dieta digitale, sostenibilità, soluzioni di mobilità urbana all’avanguardia, minimalismo dei dati, inclusività, nuovi spazi e modi di lavorare, stiamo assistendo a un momento di svolta, anche nel mondo del design. Come emerge dai Fjord Trends 2019 sul futuro del business, tecnologia e design, pubblicato da Accenture Interactive, sono 7 le tendenze che nel 2019 incideranno sulla creazione della prossima generazione di esperienze. Tendenze che evidenziano il collegamento tra antropologia, valori umani e design.

Il digitale non è più una novità

Secondo il report, riporta Ansa, i consumatori hanno la sensazione di essere inondati e sopraffatti dall’eccessiva innovazione. “È il momento delle pulizie di primavera anche in ambito digitale, il momento in cui si decide se qualcosa ha ancora un valore e quanto è rilevante nelle nostre vite – commenta Ashley Benigno, responsabile di Fjord in Italia -. Il digitale è ora così largamente adottato che non è più una novità. Nel tentativo di mettere ordine, le persone sono diventate ancora più selettive su prodotti e servizi, scegliendo di eliminare quelli che non offrono reciprocità, benefici ritenuti equi. Mai prima d’ora la responsabilità del design è stata così importante”.

Silence is gold, The Last Straw e Data Minimalism

La prima delle sette tendenze individuate da Fjord Trends 2019 è “il silenzio è d’oro”. Non sentirsi sopraffatti è diventata una questione di salute mentale. Attraverso un design consapevole i brand possono trovare una strada per farsi sentire dalle persone che cercano tranquillità in un mondo rumoroso. Seconda tendenza: The Last Straw. L’ultima cannuccia? È l’ultima goccia! Basta parlare. Le persone si aspettano che i prodotti vengano progettati sostenibili sin dall’origine, altrimenti li scartano.

Il Data Minimalism è la terza tendenza. Persone e aziende hanno opinioni differenti sul valore dei dati personali. La trasparenza sarà la chiave per mediare tra le due posizioni?

Ahead of the Curb, The Inclusivity Paradox, Space Odyssey, Synthetic Realities

Ahead of the Curb, anticipare il futuro delle città, è la quarta tendenza. La nuova mobilità urbana ha reso le città terra di conquista, ed è ora di  iniziare a creare piattaforme ed ecosistemi unificati in grado di soddisfare i bisogni dei cittadini in tempo reale. Il paradosso dell’inclusività (quinta tendenza) pone invece la domanda: come si progetta per tutti senza escludere qualcuno?

Se l’Odissea nello spazio (sesta tendenza) implica che spazi di lavoro e di vendita abbiano bisogno di un restyling digitale, un ripensamento per disegnare tali spazi, oggi la realtà può essere creata su misura e prodotta artificialmente. Tecnologie per cambiare volto e simulare la voce sono in grado di creare realtà sintetiche (settima tendenza). Le aziende dovranno capire come capitalizzare il fenomeno. E soprattutto come gestire il rischio.

Il lavoro di domani? L’esperto di cybersicurezza

I punti deboli della rete e le possibilità, sempre più frequenti e concrete, di essere sottoposti ad attacchi criminosi saranno i fil rouge delle professioni prossime future. In generale, chi vorrà trovare un lavoro nei prossimi anni (o mesi) dovrà concentrarsi con forza e altissima specializzazione proprio sul mondo digitale. E poco importa se alcune mansioni saranno svolte da robot: il cervello umano sarà sempre fondamentale.

Jobs of the Future, la ricerca individua i professionisti del futuro

Le indicazioni sui mestieri che verranno sono il frutto dell’indagine ‘Jobs of The Future’, realizzata dal gruppo internazionale di ricerca di personale, Hays, su un campione di 300 professionisti italiani, chiamati ad esprimere la propria opinione sull’evoluzione dell’information technology entro il 2025. In generale, le risposte degli intervistati vanno tute in una direzione: serviranno figure professionali nuove e capaci di affrontare le sfide della digitalizzazione. Qualche esempio di professionista richiesto nei prossimi sette anni? I programmatori di ‘intelligenze artificiali’, capaci di analizzare e gestire grandi quantità di dati; i ‘Robotic engineer’, studiosi della robotica applicata in ambito industriale, e i ‘Guardiani della privacy online’, cioè gli esperti di cybersicurezza.

Figure ibride con competenze It

“Se diversi lavori verranno svolti dai robot o dalle intelligenze artificiali, nei prossimi anni l’innovazione tecnologica creerà comunque interessanti opportunità e nuovi posti di lavoro”, afferma l’indagine ripresa dall’agenzia Ansa. Sempre in base ai dati della ricerca, quasi due intervistati su tre sono convinti che i lavori tradizionali non spariranno completamente ma si assisterà alla nascita di figure professionali ‘ibride’ con forti competenze in ambito It. Per cui, ad esempio, un fabbro in futuro potrebbe diventare un informatico con approfondite competenze in tecnologia e domotica.

La top five dei profili più richiesti nel 2025

Nella classifica dei profili professionali più richiesti dai cacciatori di teste entro il 2025 compaiono delle nuove figure. Al primo posto sei piazzano i ‘Big data expert’, con il 54,62% delle preferenze, seguiti dagli ‘It security specialist (44,58%) e dagli ‘App developer’ (26,10%). Cambia del tutto anche la tipologia dei contratti. Ad esempio, il mito del poto fisso sembrerebbe sparire completamente: secondo il 69,3% del campione, entro il 2025 le aziende dei settori It si rivolgeranno maggiormente a professionisti freelance e disposti a fornire le loro prestazioni su singoli progetti. Sarà poi sempre più diffusa la cosiddetta gig economy, caratterizzata dal lavoro ‘on demand’, che si attiva solo quando c’è richiesta per i propri servizi, prodotti o competenze.

Bancomat e carte, arrivano le nuove regole europee

Pagamenti elettronici, debuttano in Italia le nuove regole europee. I cambiamenti – che fissano dei tetti alle commissioni interbancarie – riguardano sia il bancomat sia le carte di credito e hanno l’obiettivo dichiarato di ridurre l’utilizzo dei contanti a favore di una maggiore diffusione di sistemi di pagamento come le carte elettroniche.

Maggiore trasparenza a favore dei consumatori

Il regolamento di Bruxelles del 2015 – la norma che va recepita anche in Italia – ha l’obiettivo di mettere dei “paletti” su quello che riguarda i costi delle transazioni, ma anche di garantire una maggiore tutela e trasparenza ai consumatori. Nel nostro paese saranno la Banca d’Italia e per alcuni aspetti anche l’Antitrust a “controllare” che tutto sia in regola. In particolare, il regolamento di riferisce alle commissioni interbancarie, quelle cioè applicate da banca a banca. Obiettivo finale è arrivare a controllare, gradualmente, i costi legati alle operazioni bancarie.

Italiani fedeli al contante

Gli italiani si confermano dei fedelissimi dell’uso del contante. Nel nostro paese i pagamenti cash, seppure in diminuzione, sono ancora molto presenti e diffusi. Ecco perché l’abbassamento delle commissioni, il cui costo è spesso definito come uno degli ostacoli per la diffusione dei pagamenti elettronici anche per piccole somme, potrebbe servire a cambiare la situazione. Confcommercio, però, precisa che: “Il provvedimento va nella giusta direzione, ma i costi per le imprese rimangono elevati” mentre Confesercenti chiede invece che “l’intervento non venga utilizzato come scusa per introdurre sanzioni per chi non si dota di Pos”. Come infrastruttura il nostro Paese è nella media Ue: ci sono 41 milioni di carte di debito e quasi 14 di carte di credito in base ai dati Abi e le operazioni con i Pos sono salite nel primo semestre del 2017 mentre i prelievi agli Atm sono scesi.

Sportelli bancomat in diminuzione

Mentre si incentiva l’utilizzo di pagamenti elettronici, il numero degli sportelli bancomat scende a causa del taglio delle filiali bancarie. Ma diminuiscono anche i Pos che si attestano a 1,9 milioni e che sono diffusi soprattutto nel commercio.

Norme europee e tetti delle commissioni

Le norme europee recepite quindi prevedono che per i pagamenti tramite carta di debito e prepagata la commissione interbancaria per ogni operazione di pagamento non può essere superiore allo 0,2% del valore dell’operazione stessa; per le operazioni tramite carta di credito la commissione interbancaria per operazione non può essere superiore allo 0,3% del valore dell’operazione. Adesso restano da superare alcune resistenze, soprattutto culturali.

RC Auto, scendono i prezzi dell’assicurazione. Buone notizie per gli automobilisti

Finalmente qualche buona notizia per gli automobilisti italiani, tartassati dai costi per il possesso e la gestione di un’automobile. In particolare, una delle voci di spesa più importante per gli automobilisti è l’assicurazione. Un giro d’affari non da poco, se si considera che la RC Auto riguarda oltre 40 milioni di italiani. Nei ultimi mesi, però, sembra che qualche vantaggio ci sia anche per gli utenti: le tariffe sarebbero scese di qualche punto percentuale. A dirlo è l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, che monitora periodicamente l’andamento dei prezzi medi RC auto utilizzando un campione di 8 milioni di contratti relativi alle autovetture, rappresentativi di tutte le tipologie di assicurati e di tutti i canali di distribuzione (agenti, broker, telefoniche, internet) con l’obiettivo di considerare i costi effettivamente sostenuti per l’acquisto di una polizza.

Tariffe scese del 6% in un anno

In base alle osservazioni più recenti, il prezzo medio della RC auto per l’intero anno 2016 è stato di 423 euro. Si tratta di una cifra ridotta di circa il 6% rispetto al 2015. Ancora, negli ultimi tre mesi dello stesso anno, il prezzo medio è stato pari a 420 euro con la metà degli italiani che ha pagato meno di 379 euro per assicurare il proprio veicolo. L’analisi sottolinea inoltre che la riduzione di prezzo medio più marcata si è registrata nelle province del sud Italia.

Giù i prezzi anche nei primi mesi del 2017

In linea con l’indagine è la rilevazione dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, condotta su un campione rappresentativo dell’85% del mercato RC auto e, anche in questo caso, considerando tutti i canali distributivi. Ne emerge che, da marzo 2016 a marzo 2017, il prezzo medio per assicurare un’autovettura ha registrato una diminuzione pari al 3,6%.

Ma un’auto su 165 non è assicurata

La Polizia di Stato ha recentemente condotto un’operazione a tappeto su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di individuare eventuali trasgressioni degli automobilisti all’obbligo dell’assicurazione. La super operazione ha coinvolto 103 province italiane e 408.883 vetture per verificare l’effettiva copertura assicurativa delle stesse. Al termine dei controlli, le Forze dell’Ordine hanno scoperto che che 2.419 vetture tra quelle esaminate sono risultate prive dell’assicurazione. Tradotto in numeri, significa che in Italia ogni 156 automobili ce n’è una senza copertura assicurativa. Le regioni che hanno registrato il maggior numero di sequestri per assenza della RC auto sono state Valle d’Aosta, Lombardia, Abruzzo, Campania e Sicilia.