Lavoro, il gap tra domanda e offerta si può superare?

Da tempo in Italia si parla della mancanza di figure professionali di area tecnologica rispetto a quanto richiesto dal mercato del lavoro. Le aziende infatti sono alla continua ricerca di figure IT, ingegneri, chimici e altri profili che il mercato non riesce a offrire. D’altronde, sono sempre di più le persone alla ricerca di lavoro che non riescono a superare il processo di selezione del personale. Insomma, esiste un gap tra domanda e offerta “certamente aumentato nell’ultimo decennio – spiega Carola Adami, CEO di Adami & Associati – anche in seguito alla crisi economica internazionale”. In conseguenza alla crisi dovuta alla pandemia il gap si stia allargando ulteriormente. Ma quali sono i fattori che determinano il gap?

Le aziende faticano a trovare i profili di cui hanno bisogno

“I motivi che possono rendere difficile l’individuazione del talento ricercato sono vari – continua l’head hunter – ma in generale le aziende lamentano la presenza di bassi livelli di specializzazione, di conoscenza insufficiente delle principali metodologie di lavoro, nonché di competenze scolastiche troppo generiche, scarsamente applicabili sul mondo del lavoro”.

Non di rado le aziende puntano il dito anche su quelle che non sono hard skills, come ad esempio la scarsa capacità di ascolto, il ridotto senso di responsabilità e l’insufficiente attitudine al problem solving. Ad ampliare ulteriormente il gap sono poi anche le esigenze e le aspettative delle persone alla ricerca di lavoro. “L’asimmetria è formata dal mancato incontro tra le esigenze di entrambi gli attori in gioco”, sottolinea Adami.

Scarseggiano le opportunità stimolanti in linea con il proprio curriculum vitae

“Spesso le persone qualificate lamentano la scarsità di opportunità lavorative stimolanti in linea con il proprio curriculum vitae, oppure l’assenza di reali prospettive di carriera – aggiunge l’head hunter -. In un contesto in cui i tassi di disoccupazione e di inoccupazione risultano alti, poi, scoraggia il fatto di trovarsi spesso di fronte a un numero importante di partecipanti per ogni singolo processo di selezione. Per non parlare della frustrazione che può generare il fatto di confrontarsi quotidianamente con portali di annunci di lavoro gestiti in modo non del tutto efficiente o trasparente”.

Un’asimmetria ormai fisiologica

Di certo, in un panorama simile, non sta al singolo trovare la soluzione per colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro. L’asimmetria ormai fisiologica presente in Italia deve essere ridotta attraverso cambiamenti forti nelle politiche del lavoro e nel mondo della formazione.

“Ciononostante – sottolinea Adami – chi è alla ricerca di lavoro può muoversi in modo da ridurre al minimo gli effetti di questo fenomeno. È necessario mantenere aggiornato il proprio curriculum vitae e ottimizzarlo al meglio, pensando anche alle esigenze degli algoritmi usati dalle agenzie di selezione del personale”.