Comunicazione e media in Italia nel 2022

Da quanto emerge dal capitolo Comunicazione e media del 56° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2022, l’andamento della spesa delle famiglie per i consumi mediatici tra il 2007-2021 subisce una drastica flessione (-8,0%), mentre la spesa per l’acquisto di telefoni/equipaggiamento telefonico segna un boom: +572,0%, quasi 7,9 miliardi di euro nel 2021.
La spesa per computer, audiovisivi, accessori cresce del +138,9%, servizi di telefonia/traffico dati si assestano a -20,7% (14,7 miliardi di euro nell’ultimo anno), e libri e giornali subiscono un collo (-37,7%). L’80,2% degli italiani ha superato il digital divide, ma solo il 35,4% ha una dieta mediatica completa. Al 44,8% mancano completamente i mezzi a stampa. A loro si deve l’incremento nell’ultimo biennio degli utenti internet: nel 2019 erano il 37,3%, -7,5% rispetto al 2021.

Il press divide

Nel 2021 il numero degli italiani estranei ai mezzi a stampa raggiunge il 57,0%, frutto di una diminuzione dell’incidenza delle diete solo audiovisive accompagnata a un notevole incremento dell’uso abituale di internet. Il dato relativo ai giovani scende dal 65,4% del 2019 al 62,9% del 2021, rimanendo pur sempre altissimo.
Sono le classi d’età intermedie ad aver abbandonato di più la lettura dei testi a stampa, mentre tra i più anziani c’è stato un leggero miglioramento (dal 53,7% al 52,9%).

Il bello di internet

In pratica sono le fasce d’età più produttive ad allontanarsi maggiormente dall’abitudine alla lettura. Una tendenza registrata tra chi è meno istruito (dal 60,2% al 65,6%), mentre tra i più istruiti la percentuale scende dal 49,6% al 48,4%.
Più della metà degli italiani ha apprezzato gli aspetti positivi offerti dalle tecnologie digitali durante la pandemia. Per il 58,6% i dispositivi digitali hanno permesso di provvedere alle proprie necessità, per il 55,3% hanno aiutato a mantenere le relazioni sociali, per il 55,2% hanno permesso di continuare a lavorare/studiare, e il 52,9% ha potuto scoprire cose nuove e inaspettate. 

Nuove tecnologie e prospettive del lavoro

Il 52,8%, però, si sente stanco dell’uso continuo dei dispositivi digitali e vorrebbe ‘staccare la spina’. Per il 32,2% fanno perdere troppo tempo, il 31,5% avverte il bisogno di connettersi continuamente, e il 22,8% dichiara di non riuscire a disconnettersi mai.
Se nel 2016 il 21,6% degli italiani riteneva che le nuove tecnologie potessero creare nuova occupazione, nel 2021 la percentuale arriva al 30,7%, superando il 30,5% di quanti le ritengono invece in grado di distruggere occupazione. Diminuisce anche la quota di chi le ritiene indifferenti (dal 46,0% al 38,8%), inducendo a pensare che sia stata la maggiore confidenza con questi strumenti a determinare un aumento dell’ottimismo nei loro confronti.