Gli italiani risparmiano su trasporti pubblici e vestiti, ma non su cibo e digitale

Nel “next normal” a pagare il prezzo più alto della pandemia, soprattutto a causa della paura del contagio e delle nuove abitudini, saranno i trasporti pubblici. È questo l’ambito in cui nel 2021 gli italiani pensano di ridurre maggiormente le spese rispetto al 2019. Ma oltre ai trasporti pubblici, pesanti tagli alle spese riguarderanno anche l’abbigliamento, le calzature, gli abbonamenti e la pay tv per timore della riduzione dei redditi. Nella nuova realtà le intenzioni di spesa degli italiani sembrano infatti privilegiare alcune categorie di consumo e penalizzarne altre. Lo rileva la ricerca dal titolo 2021, l’anno che verrà, svolta in collaborazione Coop-Nomisma, insieme all’indagine 2021 Restart.

Casa, domotica e ristrutturazioni

La casa rimane invece uno dei caposaldi nel post-Covid: un italiano su 5 sogna la domotica, quasi 4 su 10 ragionano su ristrutturazioni o efficientamento energetico, e ai primi posti nella lista dei desideri compaiono anche le spese per rinnovare l’arredamento, acquistare i grandi elettrodomestici (lavatrice, lavastoviglie, frigorifero ecc.) e perfino i robot da cucina. Il digital jump poi non si interrompe nell’ambito delle spese domestiche, e trova nuova linfa anche nelle previsioni 2021. Quasi un italiano su 2 investirà su un nuovo smartphone, tablet, pc, smart tv, e anche i pagamenti online, l’e-grocery e il delivery, saranno sempre più frequenti. Gli italiani sembrano quindi sempre più alla ricerca di nuove soluzioni che siano effettivamente smart, riporta Adnkronos.

Il cibo resiste al taglio dei consumi, ma con sobrietà

Ancora una volta il cibo è metafora dell’Italia e degli italiani. Insieme alla salute e alla casa, rimane l’ultimo argine alla riduzione dei consumi rispetto al pre-Covid. Ciò nonostante quello del 2021 sarà per molti un cibo sobrio. Se per il 71% del campione questa voce di spesa rimarrà stabile, un 15% intende risparmiare. Continua poi l’onda lunga dello slow cooking, la nuova strategia degli italiani per spendere meno acquistando più ingredienti di base e meno piatti pronti, e contemporaneamente, difendere qualità e salubrità del proprio cibo, spesso cucinandolo da sé, con il 30% che già ad agosto 2020 prevedeva di dedicare più tempo alla preparazione dei pasti.

Più acquisti sostenibili e a km zero

Secondo gli executive della filiera alimentare gli acquisti si concentreranno maggiormente sugli alimenti prodotti con materie prime italiane e naturali o sostenibili. Rispettivamente il 53% e il 48% del campione ritiene che queste categorie registreranno le migliori performance rispetto all’anno precedente, mentre gli ingredienti freschi saranno in crescita per il 52% degli intervistati. Proprio il concetto di prodotto sostenibile però si fa più articolato, e al generico rispetto per l’ambiente si affiancano il concetto di produzione locale o legata al territorio, con il 50% che abbina questo tema alla sostenibilità e il 49% a una filiera controllata. Compare poi nell’analisi di Coop-Nomisma anche il principio della giusta remunerazione per i vari attori della filiera.