Il mercato italiano dell’AI nel 2021

Nell’ultimo anno la Commissione europea ha presentato la proposta di Regolamento in materia di Intelligenza Artificiale, una tecnologia dal potenziale ancora in parte inesplorato, per disciplinare lo sviluppo, l’uso e la commercializzazione. Anche l’Italia ha compiuto un importante passo in avanti, avviando il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale, che identifica 24 politiche da implementare nel prossimo triennio per potenziare il sistema AI.
In Italia sempre più imprese e consumatori si avvicinano a questa tecnologia, e nel 2021 il mercato dell’AI è cresciuto del +27%, raggiungendo quota 380 milioni di euro. Un valore raddoppiato in appena due anni, per il 76% commissionato da imprese italiane (290milioni di euro), per il 24% come export di progetti (90milioni di euro).
Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. 

Progetti e investimenti

In Italia il 35% del mercato dell’AI riguarda progetti di algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing), un ambito in forte crescita (+32% rispetto al 2020). Seguono le soluzioni per l’interpretazione del linguaggio naturale (Natural Language Processing, 17,5% del mercato, +24%), e gli algoritmi per suggerire ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (Recommendation System, 16% del mercato, +20%).
In forte crescita rispetto all’anno scorso anche i Chatbot e Virtual Assistant (+34%), che si aggiudicano l’10,5% degli investimenti, e le iniziative di Computer Vision (11% degli investimenti, ma in crescita del 41%). Il 10% del mercato poi va alle soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (Intelligent Robotic Process Automation).

Grandi imprese e Pmi

Emerge però un divario significativo per dimensione di impresa. Se da un lato aumenta il numero di grandi aziende che ha avviato almeno un progetto di AI negli ultimi 12 mesi (59%, +6% rispetto al 2020), dall’altro solo il 6% delle Pmi ha fatto altrettanto.
Quanto allo stato di avanzamento dei progetti avviati dalle grandi imprese, scende al 13% il numero di grandi aziende che non hanno avviato iniziative (-9% rispetto al 2020) e salgono al 18% i progetti pilota (+5%). Restano invariati coloro che hanno almeno un progetto pienamente esecutivo (41%, contro il 40% del 2020) e chi invece si dichiara interessato ad avviare iniziative in futuro (27% vs 25%).

AI e consumatori

Se solo il 5% dei consumatori non ha mai sentito parlare di AI solo il 60% degli intervistati ha la capacità di riconoscere la presenza di funzionalità di AI nei prodotti/servizi utilizzati.
Complessivamente buono è il giudizio: l’80% ha un’opinione abbastanza o molto positiva dell’AI, ma rimangono alcune perplessità in merito agli aspetti che riguardano la privacy, gli impatti sul lavoro e in generale le implicazioni etiche. Si registrano anche opinioni differenti in merito agli scenari di applicazione: se in ambito sanitario-assistenziale il 48% è contrario all’ipotesi di un robot ‘badante’ una percentuale simile di contrari (47%) si riscontra anche per un consulente finanziario che gestisca autonomamente gli investimenti.