A quanto riporta l’Ispettorato del Lavoro, nel 2022 in Italia sono state convalidate 61.391 dimissioni di padri e madri (+17,1% rispetto al 2021), la maggior parte rassegnate entro i primi tre anni dalla nascita dei propri figli, e perlopiù da giovani di età compresa tra 29-44 anni (79,4%) e donne (72,8%).
“I dati sottolineano l’importanza di affrontare in modo efficace le sfide legate alla genitorialità sul luogo di lavoro, promuovendo politiche e culture aziendali più inclusive e favorevoli alla famiglia”, commenta Debora Moretti, co-ceo di Zeta Service.
A questo proposito, la società ha aperto uno sportello dedicato alla genitorialità. Si chiama Help Desk Genitorialità, e intende supportare i genitori dando risposte, in particolare, ai problemi burocratici del work-life balance.
Cresce la difficoltà a conciliare lavoro e vita privata
Di fatto dall’ultimo rapporto realizzato dal Censis emerge che i lavoratori italiani (80%) esprimono il proprio disappunto riguardo il sacrificio degli interessi personali richiesto in passato dal lavoro a discapito del proprio benessere.
E secondo una ricerca pubblicata su People Management nell’ultimo anno il 46% dei genitori ha lasciato il proprio lavoro o sta prendendo in seria considerazione le dimissioni.
La causa viene attribuita a una sempre più accentuata difficoltà nel conciliare lavoro e vita privata (63%). Inoltre, a lasciare il lavoro sono in prevalenza lavoratori in attesa del primo figlio o che hanno un solo figlio.
Lo smartworking è una scelta indispensabile per le aziende
Da un sondaggio al titolo ‘Maternità, Burocrazia e Tempi’, emerge che in azienda oltre la metà delle donne ha trovato difficoltà nel comprendere gli step burocratici relativi, ad esempio, alla richiesta di bonus, presentazione di documentazione, congedo obbligatorio/facoltativo.
In particolare, 9 donne su 10 vorrebbero ricevere più informazioni, poiché i siti web istituzionali spesso sono poco comprensibili o non esaustivi. Il 40% delle intervistate richiede infatti maggiore chiarezza.
“Noi prevediamo per le mamme, lo smartworking al 100% negli ultimi mesi della gravidanza, e un mese di smartworking al 100% per i papà, oltre l’estensione del congedo di paternità a 20 giorni – spiega Moretti -. Queste iniziative, a mio parere rappresentano per le imprese, piccole o grandi che siano, scelte indispensabili”.
“Le parole chiave sono flessibilità e vicinanza”
“Le parole chiave sono flessibilità e vicinanza – aggiunge Moretti -. L’azienda deve essere realmente interessata a comprendere le necessità delle persone, guardandole e ascoltandole nel loro complesso, in modo da introdurre benefit che possano favorire un migliore work-life balance e avere una maggiore flessibilità, sebbene sia complicato introdurre questo cambiamento di mentalità nel nostro Paese”.
Come si legge nel VI Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, riferisce Ansa, a oggi infatti in Italia solo il 12,2% degli occupati lavora da remoto, nonostante per più di 8 lavoratori su 10 lo smartworking permetta di conciliare meglio famiglia, vita privata e lavoro.